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Storia

Antenato del bridge è il "Whist", praticato in Inghilterra dal XVI secolo e molto diffuso a partire dall'Ottocento. Ad una prima fase, durante la quale si giocava tra tre giocatori ed ancora non esisteva la dichiarazione, seguì nel 1873 la nascita del "Whistbridge", che si giocava tra quattro giocatori divisi in due coppie. Il whistbridge gradualmente si trasformò, anche per gli influssi del biritch, e nel 1904 nacque l'auction bridge, nel quale venne introdotta la dichiarazione. Un'altra variante, il Plafond Bridge, fu introdotta nel 1918 in Francia e nel 1925 nacque il "Contract Bridge" (Bridge Contratto), le cui regole sono quelle ancora oggi in vigore e che fu codificato dall'americano Harold Stirling Vanderbilt. Successivamente il gioco prese rapidamente piede negli Stati Uniti, anche grazie ad Ely Culbertson, autore di vari libri di gioco e fondatore, nel 1929, della prima rivista specializzata, Bridge World.

Il bridge moderno nasce in Italia quando Eugenio Chiaradia, soprannominato 'o professore per la sua magistrale capacità di gioco e di analisi, rivoluzionò il gioco con il sistema che, assegnando un significato convenzionale all'apertura di "1 Fiori" e in onore della sua città, fu chiamato "Fiori napoletano".

Il CONI ha riconosciuto il bridge come attività sportiva (disciplina associata) nel 1993.


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